Appunti sulle Ricercate di Giovanni Bassano

Per vedere ancora meglio il concetto cinquecentesco di naturalezza, dobbiamo di nuovo chiamare in causa Bembo, questa volta come uno dei protagonisti del dialogo di Baldassare Castiglione il Cortegiano, altro testo fondamentale per la cultura dell'epoca, dove ritroviamo la definizione di un altro termine che ha una grande importanza (anche) musicale, cioé il termine sprezzatura.

«Avendo già io più volte pensato meco onde nasca questa grazia, lasciando quelli che che dalle stelle l'hanno, trovo una regola universalissima , la qual mi par valer circa questo in tutte le cose umane, che si facciano o dicano più che alcuna altra, e ciò è fuggir quanto più si po, e come un asperissimo e pericoloso scoglio, l'affettazione; e per dir forse una nuova parola, usar in ogni cosa una certa sprezzatura, che nasconda l'arte e dimostri ciò che si fa e dice venir fatto senza fatica e quasi senza pensarvi. Da questo credo io che derivi assai la grazia; perché delle cose rare e ben fatte ognun sa la difficultà, onde in esse la facilità genera grandissima meraviglia; e per lo contrario il sforzare e, come si dice, tirar per i capelli dà somma disgrazia e fa estimar poco ogni cosa, per grande ch'ella si sia.»

«Però si po dir quella esser vera arte che non par esser arte; né più in altro si ha da poner che nel nasconderla: perché se è scoperta, leva in tutto il credito e fa l'omo poco estimato.»
(Il Libro del Cortegiano, libro I, cap. XXVI)

Questo termine sarà usato per la prima volta con significato tecnico da Caccini nella prefazione all'Euridice (1600), e poi nelle Nuove Musiche.
Ma già nel definire il termine, Castiglione fa uso di un esempio musicale.

«Un musico, se nel cantar pronunzia una sola voce terminata con suave accento in un groppetto duplicato, con tal facilità che paia che così gli venga fatto a caso, con quel punto solo fa conoscere che sa molto di più di quello che fa.»

Ecco che viene specificata l'idea di naturalezza nell'arte, anche musicale.
Possiamo quindi concludere che l'ideale espressivo dell'epoca non era l'ostentazione dell'arte, della maestria tecnica, del virtuosismo, quanto l'uso della stessa in modo studiatamente moderato e quasi velato, comunicando all'uditorio semplicità, naturalezza, spontaneità, e quindi completa padronanza del mezzo.
Castiglione si difende da una possibile obiezione (basta allora fare le cose male, buttate là, per usare sprezzatura), avvertendo che vi sono due tipi di affettazione: l'una quella di chi si comporta con troppa ostentazione l'altra quella di chi usa un'eccesso di trasandatezza (che sarebbe come dire un'eccesso di sprezzatura), perché la vera sprezzatura rifugge dagli estremi.
Ancora una volta, un'estetica opposta a quella, barocca , di uso anche spregiudicato del virtuosismo.

(http://digilander.iol.it/smav/coll/bass.htm)


Nelle classificazioni degli storici della letteratura Sbarbaro è comunemente annesso al gruppo dei cosiddetti vociani, o con più precisa caratterizzazione stilistico-ideologica degli "Espressionisti" vociani (basti vedere l'antologia di Sanguineti). E invero non mancano le ragioni per questa etichettatura: dal risentito moralismo alla doppia gestione - con interscambi - della propria sensibilità poetica nei versi e in una prosa di frammento estremamente lavorata. Ma molti più sono i motivi di sostanza che convincono a tener distinto Sbarbaro dai vociani, con o senza il predicato dell'espressionismo. E intanto la mancanza in lui totale in poesia (discorso un po' diverso andrebbe fatto solo per i primi "Trucioli") dei connotati fondamentali dell'espressionismo vociano in fatto di stile e di rapporto con la lingua: cioè atteggiamento demiurgico, deformazione e violentazione della lingua, intensa e libera creatività verbale, energia muscolare dello stile. Sbarbaro, a differenza dei vociani tipici, non procede - soprattutto in poesia - per accumulo e fermentazione, ma per riduzione; le sue maggiori novità sul piano della lingua sono ancora, nell'ambito del lessico, d'ordine impressionistico (p. es. sostantivi frequentativi in - io), nell'ambito sintattico tendono a un'elegante sprezzatura prossima alle soluzioni "novecentistiche" e lontana dal martellato vociano.

P.V. Mengaldo

recensione a Camillo Sbarbaro

(http://www.diariodipoesia.it/recensioni.htm)


Una carriera folgorante, eppure spesso si fatica a cogliere la foga con la quale Tognazzi si immerge nei suoi personaggi, in un'operazione che rivolta la realta' come un guanto portandone all'esterno la parte piu' vera, piu' sporca, piu' normalmente becera.
Il difficile e' essere normali; non liberiamoci di quei luoghi comuni che hanno qualcosa di vero: Tognazzi dimostra questo, ma lo fa con una naturalezza che rasenta la sprezzatura e che non si coglie sempre in tutta la sua artificiosita'.

Michele Guerra

Ugo il mostro

(http://www.35mm.it/speciali/gustocinema/dettaglio.php?id_news=986&id_categoria=2)


Baldassarre Castiglione (e prima di lui il Pontano) elabora una casistica sistematica delle facezie e dei giochi di corte, patrimonio indispensabile del gentiluomo aristocratico, che devono essere regolati da quell’indispensabile marchio di qualità della piacevolezza, della medietà, della discrezione, che va sotto il nome di "sprezzatura".
Il Libro del Cortegiano, nato per la verità con tutt’altri intendimenti, subisce un’ambigua quanto sterminata fortuna: diventa, riduttivamente, una sorta di manuale del saper vivere signorile, destinato ad essere riciclato in mille forme e in tutte le lingue più o meno fino alla Rivoluzione francese; l’imperativo della socievolezza giocosa e conversevole - ulteriormente ridimensionato da Monsignor Della Casa nei più prosaici precetti del Galateo, destinato ai borghesi - resta una caratteristica di fondo dell’alta società cinque, sei e settecentesca e impone il possesso di una serie complicata e specifica di competenze (dagli inchini, ai duelli, ai balli ecc..), che regolano l’etichetta del vivere comune. Nei primi del Cinquecento questa visione dei rapporti sociali e interpersonali anima una serie di circoli preposti a organizzare e regolamentare la vita pubblica aristocratica, basti pensare alle veneziane Compagnie della Calza, il cui scopo precipuo è quello di organizzare giochi, feste e trattenimenti spettacolari, o alle più caserecce compagnie di piacere, come quelle del Paiolo o del Gonfalone. che riuniscono gli artisti fiorentini di età granducale e di cui ci parla diffusamente il Vasari. Molto presto questi antichi sodalizi amicali si strutturano come accademie, dei consessi, è superfluo ricordarlo, ispirati da un forte senso della teatralità e del gioco: dalla scelta onomastica, alla definizione dei nomi e delle imprese dei singoli membri, ai rituali che ne improntano gli appuntamenti.

Marzia Pieri

(http://www.quipo.it/netpaper/roma.html)


QUALCHE MINUTO CON SANTI ESCLUSIVO
Lasciate che vi descriva una volta di più il fratello di Sua Eccellenza, Persona non certo nuova alle cose del mondo, maestro di sprezzatura, yoga, ballo sudamericano, portentoso suonatore di nacchere, col portamento che ricorda il Frassino del Mondo: oggi, a un tempo soberrimo e rutilante, indossa una rigorosa zimarra sportiva in colore cremisi con un’orchidea bianca al bavero, dalle falde della quale sbuffa come un mazzo di fiori una ampia camicia di seta zafferano. Un paio di calzoni sardi "a s’isporta", in feltro nero, ed i consueti stivaletti di pecari dorato completano la mise del campione mondiale di scacchi, arricchita da una fiaschetta di Drambuie a tracolla e – in un apposito taschino - da un pacchetto di stuzzicadenti "Samurai" coi quali si diletta in giuochi di prestidigitazione, ma che in caso di bisogno, sapientemente maneggiati, si rivelano indiscutibili protagonisti di alcune delle più micidiali tecniche asiatiche

Giona Condorelli

(http://space.tin.it/scienza/cebrizio/balivo2.htm)


Sprezzatura is an antique Italian term suggesting spontaneity, expressiveness and an easy, unselfconscious display of virtuosity. The ensemble, founded and directed by Evelyn Tubb and Michael Fields, though variable in its composition as the occasion demands, is always a group of virtuosi who aim to express the quality of 'sprezzatura' in their performances, reaching out to communicate the relevance of both familiar and forgotten 'early music' with its wide range of musical, spiritual, emotional and dramatic coulours expressed in pieces of miniature musical theatre.

(http://www.landini.org/sprezzatura/whatitis.html)


Raffaello: grazia e bellezza

Parigi, Musée du Luxembourg

Un grande omaggio a Raffaello, una mostra magica che ci trasporta in un mondo di bellezza senza tempo. Alcuni tra i ritratti più famosi sono stati riuniti per penetrare i misteri dell'arte dell'urbinate, e per cercare di scoprire l'identità dei soggetti rappresentati.
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Il neologismo creato da Baldassare Castiglione, la "sprezzatura", ovvero «l’apparente spigliatezza, sintesi di naturalezza ed eleganza che nasconde l’artificio e lascia credere che ciò che si fa o si dice sia fatto senza fatica » lo si ritrova in queste dame eleganti e aggraziate. Gli otto disegni esposti in mostra, che ogni tanto si alternano alle pitture, nella loro limpidezza cristallina dei segni a matita nera e a matita rossa raggiungono una purezza straordinaria: la testa della «Musa Thalie» (Firenze, Fondazione Horne, Inv. 5643) esemplifica la dolcezza soave dei suoi visi.

(http://www.exibart.com/notizia.asp?IDNotizia=3317&IDCategoria=200)


Provincia di Bari - Assessorato alla Cultura - Pinacoteca Provinciale

BOZZETTI E MODELLETTI DELLA PINACOTECA PROVINCIALE DI BARI (Sec. XVII-XX)

Prima che si giungesse a questo apparente paradosso, di considerare cioè il bozzetto superiore al risultato finale dal punto di vista qualitativo e inventivo, per la sua maggiore spontaneità e "sprezzatura" rispetto all’opera finita, e perché riflesso di un'invenzione in progress, il bozzetto aveva assolto ad altre funzioni: era servito, per esempio, agli artisti per dare concreta dimostrazione, al committente, di quale sarebbe stato il risultato finale (una sorta di progetto esecutivo, se così possiamo esprimerci, che più propriamente chiamiamo modelletto), divenendo talvolta oggetto di un vero e proprio collezionismo specializzato. Nella seconda metà del Settecento, coll'affermarsi di una nuova "accademizzazione" della pratica artistica, sorgerà un rinnovato dualismo tra bozzetto e opera conclusa, rinvenendosi nel primo caratteristiche di estrema velocità e una pretesa mancanza di disciplina che oramai venivano stigmatizzate. La rivalutazione del bozzetto partirà soprattutto da quegli artisti, in testa il Delacroix, che ne apprezzeranno la particolare valenza. per cui esso non era "soppressione dei particolari" ma piuttosto la subordinazione di questi "alle grandi linee", preparando così la strada alle grandi correnti pittoriche del secondo Ottocento e del primo Novecento: agli Impressionisti, ai Macchiaioli. agli Espressionisti.

Clara Gelao

(http://www.expoarte.it/form/chat.htm)


Il problema di questo attore è conquistare la scena, occupare il tempo di un nuovo ordine non solo sociale, ma politico: quello delle relazioni di potere. Mediante un processo repressivo e creativo al tempo stesso l'antropologia politica del Rinascimento produce col Cortegiano un modello del tutto nuovo: l'aristocratico che sostituisce il nobile-guerriero. Consigliere discreto del principe e non braccio armato della regalità e della fede che la sostiene, il nuovo eroe è semplicemente un «aristocratico», non ha nulla di tragico, al contrario è, all'apparenza, un personaggio solare, apollineo, solo è un dissimulatore. Il suo tempo è doppio e, davvero, è uno specchio. Fine psicologo, manipolatore della sua coscienza e di quella del principe è già un consigliere, un depositario di ansie e segreti (un «segretario di Stato») che sa distinguersi dal comune mortale per la sua autoosservazione, una comprovata capacità di condizionarsi, il suo alto grado di «sprezzatura». «Sprezzatura» è distanza, autocontrollo, capacità di osservarsi e, in fondo, di nutrirsi di sé, di vivere ai confini della vita mortale, là dove le esperienze umane sembrano tramutarsi in atteggiamenti e «mode», dove la cultura offre un continuo specchio, produttore di immagini che sono maschere e dove l'assenza di passioni consente di vestirle senza imbarazzo. Ma «sprezzatura» è anche etica professionale. Saper essere cortigiano finirà presto per coincidere con il saper essere uomo di mondo e nel mondo; essere uomo di corte diverrà sinonimo di essere uomo alla moda e cioè di moda, conoscitore di ciò che è moderno perché presente; ed essere nel mondo, cioè a corte, sarà il vero marchio dell'uomo di potere capace di vivere il mestiere delle affaires e

Roberto Moro
La rinascita della politica tra Umanesimo e Rinascimento

(http://www.lastoria.org/mororint.htm)


L'uomo di moda è un vero Narciso
Quest'anno il look bohémien è uscito finalmente allo scoperto, guadagnando la ribalta delle più importanti collezioni: passata l'epoca del macho in divisa, è ora il turno del dandy.
Niente svenevolezze o frivolezze inutili, però: questo novello Narciso è un misto tra l'eleganza insistita di Oscar Wilde e la sprezzatura ragionata di Lord Brummel.
Accuratamente trasandato - come Ewan McGregor in Moulin Rouge - o avvolto in un severo gessato anni '30, l'uomo dell'autunno/inverno 2001-2002 si impone per l'attenzione quasi maniacale ai dettagli e ai colori.

Cristina Ortolani

(http://www.ingdirect.it/area_info/lifestyle/20-136-1.stm)


Devil-may-care
Ease of manner, studied carelessness, nonchalance, especially in art or literature. –Oxford English Dictionary

Never let 'em see you sweat.
Sprezzatura is the art of doing a difficult thing so gracefully, that it looks easy. "Float like a butterfly; sting like a bee": the greatest living exemplar is Muhammed Ali.

Power in repose
The definition was given by Richard Seaver in his description of Jean-Paul Belmondo's performance in Alain Resnais' film, STAVISKY...: "Power in repose."

Etymology
The term was brought into English in the mid-twentieth century, to describe art. "Sprezzatura" was coined in 1528 by Baldesar Castiglione in The Book of the Courtier

{ The Courtier, Chapter §26 ¶2 } ...I have found quite a universal rule which in this matter seems to me valid above all others, and in all human affairs whether in word or deed: and that is to avoid affectation in every way possible as though it were some very rough and dangerous reef; and (to pronounce a new word perhaps) to practice in all things a certain Sprezzatura [nonchalance], so as to conceal all art and make whatever is done or said appear to be without effort and almost without any thought about it....

(http://sprezzatura.editthispage.com/whatis)


The Absence of Grace
Sprezzatura and Suspicion in Two Renaissance Courtesy Books

Harry Berger, Jr.

The Absence of Grace is a study of male fantasy, representation anxiety, and narratorial authority in two sixteenth-century books, Baldassare Castiglione's Libro del Cortegiano (1528) and Giovanni Della Casa’s Il Galateo (1558). The book focuses on the way the Libro del Cortegiano and Il Galateo cope with and represent the interaction between changes of elite culture and the changing construction of masculine identity in early modern Europe. More specifically, it connects questions of male fantasy and masculine identity to questions about the authority and reliability of narrators, and shows how these questions surface in narratorial attitudes toward socioeconomic rank or class, political power, and gender.

(http://uk.cambridge.org/art/catalogue/0804739048/default.htm)


Sprezzatura is a deliberate nonchalance, the illusion that even the most difficult things are easy. A loose, casual delivery, an absence of strain, the ability not to be self-conscious. Anything unessential is disdained. The presentation is so direct that it seems to be improvised, and so natural that it seems it could not go any other way. We see a relaxed whimsy: the performer speaks confidently and comfortably, responding to the audience's presence and rewarding their attention. The performer creates something new in the moment. The audience thinks, "What's the problem? I could do that!"...until they try it.

(http://www-personal.umich.edu/~bpl/sprezza.htm)


S P R E Z Z A T U R A