"Sprezzatura è un ritmo morale, è la musica di una grazia interiore; è il tempo, vorrei dire, nel quale si manifesta la compiuta libertà di un destino,  inflessibilmente misurata, tuttavia, su un'ascesi coperta. [...]

Prima d'ogni altra cosa sprezzatura è infatti una briosa, gentile impenetrabilità all'altrui violenza e bassezza, un'accettazione impassibile - che a occhi non avvertiti può apparire callosità - di situazioni  immodificabili che essa tranquillamente  «statuisce come non esistenti» (e in tal modo ineffabilmente modifica), ma attenzione. Non la si conserva  né trasmette a lungo se non sia fondata, come un'entrata in religione, su un distacco quasi totale dai beni di questa terra, una costante disposizione a rinunciarvi se si posseggono, un'ovvia indifferenza alla morte, profonda  riverenza per più altro che sé e per le forme impalpabili, ardimentose,  indicibilmente preziose che quaggiù ne siano figura. La bellezza, innanzi tutto, interiore prima che visibile, l'animo grande che ne è radice e l'umor lieto. Ciò significa, tra l'altro, capacità di volare incontro alla critica con  impeto sorridente, con la graziosa enfasi dell'incuranza di sé: un tratto che troviamo tanto nei precetti dell'educazione mistica quanto in quelli della scienza mondana."

Cristina Campo, "Con lievi mani" tratto da "Gli imperdonabili", Adelphi

S P R E Z Z A T U R A