L'UFO DI
GENOVA DEL 1608
negli articoli e nelle testimonianze
In molti articoli
che trattano di UFO nel passato non è raro imbattersi nella
citazione del caso di Genova del 1608, spesso accompagnato da questa immagine
In una pagina del CUN di Genova
troviamo questi
brevi cenni:
1608, agosto
– Genova-Nizza – Nel mare genovese vengono
visti affiorare fino all' ombelico esseri con figura umana e
braccia coperte di squame con 2 serpenti volanti in mano.
Molti colpi di cannone non sortiscono alcun effetto.
Avvistati nello stesso periodo a Nizza "strani oggetti nel
cielo che gettano sangue sulla terra".
1608, 15 agosto – Genova – Nel porto appaiono 3
carrozze ognuna trainata da 6 figure di fuoco simili a
draghi con serpenti che lanciano urla spaventose. Le chiese
si riempiono di supplicanti, vengono indetti digiuni e
processioni.
(http://web.tiscalinet.it/lareteufo/genova1.htm)
Giorgio
Pattera invece scrive, in una pagina di Edicolaweb:
"SPAVENTOSI SEGNI SUL MARE
Tra tutti i resoconti ne emerge uno in Provenzale (antico
dialetto francese di derivazione neolatina) datato 1608 e
intitolato "Discorso sui terribili e
spaventosi segni sparsi sul mare di
Genova".
Ai primi d'Agosto del 1608
- si
legge nel testo - avvennero due grandi
prodigi: la pioggia di sangue caduta su Nizza ed altre
località costiere (della Provenza) e l'apparizione in cielo
di due uomini, duellanti più volte tra loro. Questi ultimi
sono stati osservati per tre giorni, con grande stupore,
sull'isola di Martigues, a cinque leghe da Marsiglia.
I prodigi, che ci sono apparsi, sono senza dubbio opera di
messaggeri celesti, che preannunciano future disgrazie e ci
invitano a correre ai ripari, mediante preghiere e digiuno,
al fine di placare l'ira di Dio, che ogni giorno
offendiamo. Perfino gli antichi romani, non appena
scorgevano presagi celesti, facevano sacrifici agli dei per
placarne la collera. E noi che siamo cristiani (e quindi
allevati in una migliore scuola), dobbiamo pentirci e
supplicare umilmente l'Onnipotente affinché perdoni i
nostri errori e affinché i castighi, preparati dalla
giustizia divina, siano allontanati dalla Santa
Misericordia."
Giorgio Pattera, che in un'altra pagina web dedicata a questo avvistamento scrive di aver personalmente curato la traduzione del manoscritto dal provenzale, prosegue a descrivere
l'avvenimento servendosi di una specie di cronistoria
elaborata dal G.E.O.S. (Group d'Etudes des Objects
Spatiaux).
In queste descrizioni leggiamo ad esempio che
"Sul fare del tramonto del 5 Agosto 1608, gli abitanti di
Nizza vedono comparire in cielo tre forme luminose che si
muovono molto velocemente, dirigendosi sulla città. Giunte
sulla verticale della fortezza, le tre luci si fermano di
colpo e scendono lentamente, compiendo evoluzioni, fino ad
un metro circa dalla superficie del mare. (...)
Stazionando praticamente immobili sopra le onde, i tre
oggetti, di forma ovoidale allungata e piatta e sormontati
da una specie di pennone (che oggi potremmo chiamare
antenna), fanno come ribollire l'acqua, con intensa
emissione di vapore color arancio-ocra; il tutto
accompagnato da un grande fragore."
(http://www.edicolaweb.net/nonsoloufo/nu09_01i.htm)
Anche Alfredo
Lissoni si è occupato del caso, in una pagina di
NotiziarioUFO:
"Così in un documento degli Archivi Municipali di Nizza:
"Inizio di agosto dell'anno
di grazia del Signore 1608, sul mare di Gennes (Genova), si
è visto il più orribile segno che di memoria d'uomo se ne
sia parlato o scritto, che il Signore ci
protegga".
In questo modo inizia un fatto riportato negli annali
storici di Nizza; il cronista che scrisse queste cose
doveva essere alquanto scosso quando riferì di mostruose
apparizioni, "gli uni erano con figura
umana, ma con le braccia che sembravano coperte di squame e
che tenevano in ciascuna mano degli orribili serpenti
volanti che si attorcigliavano attorno alle braccia;
apparivano solo dall'ombelico in su fuori dal mare,
lanciando dei gridi orribili che era cosa del tutto
spaventevole; certe volte si tuffavano e ne riuscivano poi
in altri punti, sempre gettando dei gridi così spaventevoli
che molta gente ne rimase ammalata di paura. Certi
sembravano avere figura di donna, altri con forma umana ma
con il corpo tutto coperto di squame e con la testa che
sembrava quella di un drago. La Signoria della città fece
portare dei cannoni, e con la speranza di farli scappare
dal luogo gli sparò qualche cosa come 800 colpi, ma invano.
Le Chiese si riunirono e per trovare un rimedio fecero
molte processioni e comandarono il digiuno. I buoni frati
Cappuccini ordinarono le 40 ore di penitenza... Il
quindicesimo giorno del detto mese, apparvero sul mare tre
carrozze, tirate ciascuna da sei figure tutte in fuoco e
con somiglianza di draghi, e correvano le dette carrozze
tirate dai detti draghi, accompagnate da quelli che avevano
sembianze umane con i loro serpenti attorcigliati attorno
alle braccia e continuando i loro gridi spaventevoli. Dopo
che le dette spaventevoli cose ebbero fatto tre volte il
giro del porto, e che ebbero lanciato dei gridi così
potenti che fecero risuonare le montagne del circondario,
si persero tutti dentro nel mare, e poi non se ne seppe più
nulla. Questo fatto spaventevole, apportò molto danno a
molti cittadini di Genova e molti ne morirono di paura, tra
questi il figlio del Sor Gasparino de Loro, e anche il
fratello del Sor Antonio Bagatello; molte donne anche ne
sono state afflitte e hanno avuto una tale paura, che
qualche d'una ne è morta. Da allora si continua a cantare
il Te Deum, e sono tutti spariti; delle grandi piogge di
sangue sono state registrate subito dopo in tutta la
regione, e anche fino in Provence. Altra cosa degna di
memoria, successa quasi nello stesso tempo nella città de
l'Isle de Martègue. Il ventiduesimo giorno di agosto
apparvero due uomini in aria avendo ciascuno armi e scudo,
e si batterono in maniera tale da meravigliare i cittadini
spettatori. Dopo che si furono a lungo battuti, si
riposarono per un certo tempo, poi ricominciarono a
battersi per circa due ore. L'ultima volta si batterono in
tal maniera da sembrare due forgiatori che battessero
sull'incudine. Il giorno dopo sembrava che tutti due
avessero vinto una battaglia contro una fortezza, talmente
sembravano contenti, e dopo essersi guardati l'uno verso
l'altro ci fu un grande rumore come spari di cannone; il
rumore era cosė spaventevole che sembrava agli uditori che
fosse giunta la fine del mondo, e continuò quel rumore per
circa sette ore, poi ad un tratto una nuvola spessa apparve
nel cielo, e per due ore non si vide che nuvole e nebbia
nera e si sentì una gran puzza di zolfo. Quando l'aria si
fu purificata, niente fu rivisto di quelle chimere. Questi
prodigi meravigliosi hanno toccato l'anima di molti
cristiani i quali, avendo considerato le meraviglie di Dio,
e sapendo che egli solo è potente e con la sua bontà
infinita ha voluto avvertirci, prima di mandare il castigo
che ci è dovuto, si sono gli uni resi religiosi, e gli
altri fanno penitenza per calmare le sue ire, ché il Santo
Spirito ci assista in questa buona azione. Così
sia".
La storia
raccontata da Lissoni è molto diversa da quella di Pattera,
non compaiono infatti i "tre oggetti, di forma
ovoidale allungata e piatta e sormontati da una specie di
pennone", ma "tre carrozze, tirate
ciascuna da sei figure tutte in fuoco e con somiglianza di
draghi"
oltre ad una serie di giganteschi mostri marini che si
danno battaglia.
Incuriosito da
questa notizia e dalle contraddizioni dei testi ho provato
a fare qualche ricerca. Il primo ritrovamento è stata la
riproduzione dell'opuscolo originale a stampa, pubblicato
nel 1608 a Troyes. Non si tratta dunque di un manoscritto
in provenzale ma di un testo in francese. La trascrizione
di Lissoni è decisamente la più fedele e fa apparire il
testo di Pattera come una invenzione, non meno fantastica dell'originale,
ma molto diversa.
Una ulteriore ricerca ha poi permesso di trovare la pagina
dalla quale Pattera ha tratto quelle descrizioni di oggetti
ovoidali. Si tratta di una specie di "Storia illustrata dei dischi
volanti", e le piccole immagini che
accompagnano l'articolo di Pattera sono riduzioni di
quelle visibili nel sito francese che a sua volta riproduce una serie di diapositive realizzate dal G.E.O.S. (Groupe d'Études des Objets Spatiaux de France) negli anni '70.
Pure il testo citato da Pattera viene da questa pagina che
reinventa in modi molto cinematografici tutta la storia,
modificando senza alcun ritegno il tipo di oggetti, i loro
movimenti, le reazioni della popolazione. In seguito
quell'articolo è stato più volte ripreso, riscritto,
arricchito e frainteso da altre riviste e pagine web, tanto
che perfino una delle illustrazioni che lo accompagnavano è diventata per molti una "stampa dell'epoca".
A questo punto l'unico modo per poterne sapere di più sugli
spaventevoli fatti di Genova del 1608 era una
ricerca negli archivi
storici. Cosa che nessuno degli
autori di quegli articoli aveva pensato di
effettuare.