di Diego Cuoghi


"LA TENTURE DE LA VIE DE LA VIERGE"
Arazzi nella chiesa Collegiale di Beaune (France)


La Collegiale di NotreDame di Beaune in Borgogna custodisce una delle più celebri serie di arazzi del rinascimento, raffigurante gli episodi della vita della vergine Maria, tratti dalla Leggenda Aurea di Jacopo da Varazze. Purtroppo non ci sono documenti che permettano di ricostruire con esattezza la storia travagliata dell'esecuzione e della committenza di quest'opera. Si sa che il primo committente fu il Cardinale Jean Rolin e i disegni preparatori vennero probabilmente realizzati attorno al 1474 dal pittore Pierre Spicre che già aveva decorato la Chapelle St-Iéger nella Collegiale. Ma i rapporti del cardinale con il capitolo di Beaune si interruppero, tanto che egli se ne andò dalla città per stabilirsi ad Autun. Alla morte del cardinale, l'arcidiacono Hugues Le Coq suo successore alla guida del Capitolo di Beaune, fece proseguire la tessitura e infine nel 1500 donò gli arazzi, ai quali aveva fatto aggiungere il proprio ritratto nell'ultima scena, alla Collegiata di Beaune.

Moltissimi siti web ufologici segnalano anche in questo caso la presenza di oggetti misteriosi nel cielo in due dei primi arazzi, uno con la scena della Visitazione e l'altro con il parto. Si tratta di due sagome che a molti hanno richiamato alla mente il profilo dei classici "dischi volanti" della fantascienza anni '50.

In diversi libri che trattano degli arazzi questi oggetti sono interpretati come il simbolo del cardinale Jean Rolin, ad esempio così scrive Monique Humbert: "dans le ciel d'où se détache en plein vol le chapeau du cardinal Jean Rolin". Alla stessa conclusione, dopo aver confrontato l'oggetto rappresentato negli arazzi di Beaune con altri simili visibili ad esempio nella Danza Macabra di La Ferté e in vassoi decorati conservati al Louvre, arriva l'ufologo Michel Figuet, nell'articolo intitolato Les tapisseries de Beaune... et leur mystère pubblicato dalla rivista Lumieres Dans La Nuit nel numero di gennaio/febbraio 1987.*

"Nous pouvons donc conclure: ces formes mystérieuses, bien loin d'être OVNI, ne sont q'un souvenir posthume caché du Cardinal Rolin, premier donateur. Hugues le Cocq II, en 1478 prend son titre a la Collegiale de Beaune en remplacement de son frere, pluis reprend la tapisserie à son compte."

Ma il cappello di un cardinale dovrebbe essere di colore rosso. Questo, che nella foto più ingrandita pare avere la stessa tonalità degli alberi circostanti, potrebbe essere un cappello verde, quindi quello di un vescovo o di un arcidiacono come Hugues le Coq. Purtroppo nel web non si trovano foto migliori di queste, neppure nel sito che raccoglie molte riproduzioni degli arazzi.

Entrambi gli oggetti sono situati in cielo, sopra la raffigurazione di un castello o di una città fortificata ("elles se situent dans le ciel, tojours en proximité d'une représentation d'un chateau ou d'une ville fortifiée" scrive M. Figuet), quasi a voler marcare il possesso di quei luoghi con il simbolo che definisce il proprietario. Ma queste non sono le sole forme strane che si possono incontrare nei cieli di quegli arazzi. Eccone un'altra, una specie di croce di sant'Andrea, o uccello nero, di nuovo localizzata sopra la raffigurazione di una città fortificata :

Anche in questo caso, come per il cappello, si potrebbe pensare ad un simbolo araldico, del tipo che vediamo in stemmi come questi:

Stemma di Magdeleine Boylesve, figlia del Barone di Persan
Stemma dell'Arcidiacono Treil de Pardailhan

* Ringrazio Patrick Fournel per il prezioso aiuto nel reperire il materiale necessario su questo argomento.




Charles Le Brun (1619-1690)

"Les Quatre Elements: le Feu"
Arazzo tessuto dalle manifatture Gobelins (France), 1664.


In un articolo di Alfredo Lissoni si legge che " in un medaglione dipinto nel Seicento da Charles Le Brun per Luigi XIV di Fiandra (e custodito nel castello Conti Dotremond) si vede un oggetto simile a un proiettile che vola in cielo lasciando una scia luminosa, simile ad un razzo".

In un recente articolo di Daniela Giordano, oltre alla solita carrellata di presunti UFO nella storia dell'arte riciclati da centinaia di siti web di mistero, viene descritto l'arazzo di Charles Le Brun intitolato Il Fuoco, facente parte della serie dedicata ai Quattro Elementi, in cui si troverebbe un particolare estraneo rispetto a quell'epoca: un medaglione con la raffigurazione di un missile ad ogiva che sale al cielo lasciando una vistosa scia. Per di più l'artista avrebbe descritto questo oggetto con la definizione "Splendet et ascendit" ovvero splende e ascende.

Anche Giorgio Pattera, in un articolo intitolato UFO e alieni nella storia dell'uomo, lascia intendere l'impossibilità di una raffigurazione del genere in quell'epoca e si chiede "Quale manufatto umano, a forma di missile, poteva 'splendere e salire' ai tempi del Re Sole? ".

Non sono riuscito a trovare nessuna fotografia di quell'arazzo, che faceva parte di una serie dedicata alle quattro stagioni e ai quattro elementi, commissionato dal re Luigi XIV nel 1664 alla Manufacture Royale de Tapisserie des Gobelins e in particolare a Charles Le Brun che ne disegnò i "cartoni". Cercando però nel web ho trovato un' incisione che riproduce l'arazzo dedicato al Fuoco, e il particolare di quel medaglione in alto a destra:

Gli altri medaglioni che si vedono negli angoli contengono il "fuoco sacro", un faro su una scogliera, un albero colpito da un fulmine.

In un sito di antiquariato librario ho poi trovato alcune altre immagini tratte dallo stesso volume dedicato agli "arazzi del re" intitolato Les Tapisseries du Roy di Johann Ulrich Kraus, pubblicato nel 1665 e ristampato diverse volte negli anni successivi.

Nella seconda immagine, che contiene una rielaborazione grafica quel medaglione, si riesce a vedere qualcosa di più nitido, il nostro razzo (questa volta più inclinato) attorniato da cannoni, pistole, fucili, barili di polvere da sparo, ma soprattutto la sua descrizione:

Cos'è un "fusée volante"? semplicemente un razzo. E quel termine si usa sia per i razzi incendiari usati in guerra che per quelli pirotecnici, ovvero i fuochi d'artificio.

La prima cosa da chiedersi trovandosi di fronte a quel medaglione avrebbe infatti dovuto essere "è davvero strana e incongrua la raffigurazione di un razzo nella seconda metà del XVII secolo?" E sarebbe bastata una veloce ricerca sulla storia delle armi da fuoco e dei razzi in particolare per rispondere senza ombra di dubbio: no.

Non è per niente strano trovare un'illustrazione di quel genere in quell'epoca. E' documentato l'uso di razzi in Cina già nel 1232, mentre in Europa Conrad Haas, un ingegnere militare austriaco, descrisse e disegnò razzi multistadio a ogiva in un suo trattato scritto tra il 1529 e il 1569.

Il lavoro di Conrad Haas però rimase semisconosciuto e solo nel 1591 Johann Schmidlap, un costruttore di fuochi pirotecnici, sperimentò i primi razzi multipli che potevano essere lanciati a grandi altezze.

Altri razzi compaiono nel cinquecentesco trattato di Dell'Aqua

E nel 1650 fu Kazimierz Siemienowicz a trattare di razzi multistadio ad ogiva o con alettoni nel trattato sulle armi Artis Magnae Artilleriae:

Dunque nessun mistero e nessun UFO. Nella seconda metà del XVII secolo non è per niente incongruo trovare la raffigurazione di un razzo in un arazzo dedicato al tema del Fuoco.




"MOSE' RICEVE LE TAVOLE DELLA LEGGE"
(Autore e luogo sconosciuto)

Sarebbe interessante sapere da dove proviene questa immagine che compare in quasi tutti i siti che propongono gallerie di UFO nell'arte.

Si afferma che quest'opera si trova nel "castello dei conti Dotremond, in Belgio", ma in quello stato non esiste nessun conte Dotremond e nessun castello così chiamato. A proposito di questo nome c'è anche chi propone similitudini inquietanti affermando che il misterioso dipinto "se trouve en Belgique au Château du Conte Dotremond (d'autre monde). Un exemple d'illuminatis ou d'initiés qui savent." (http://www.conspiration.cc/sujets/ovni/ovnisdessciecles.htm).

Secondo alcuni si tratterebbe di un dipinto su di un cassettone in legno (wood drawer from furniture...), in altri si legge perfino che "Conti Dotremond" sarebbe l'autore dell'opera e che si tratterebbe di una xilografia (woodcut), cosa che appare assurda perchè la xilografia è una tecnica di stampa da matrici di legno che produce immagini dalle tonalità uniformi e piatte. Questo invece appare chiaramente un particolare di un dipinto più grande.

Gli oggetti non identificati sarebbero le fiammelle che cadono dal cielo, definiti senza ombra di dubbio "vascelli volanti" in un articolo di Mauro Paoletti su Edicolaweb: "E che dire del quadro custodito nel Castello dei Conti di Dotremon, in Belgio, ove è raffigurato un Mosè mentre riceve le Tavole della Legge rivolto verso un cielo nel quale volteggia una flotta di "vascelli volanti".

In un articolo di Alfredo Lissoni si legge che "in un medaglione dipinto nel Seicento da Charles Le Brun per Luigi XIV di Fiandra (e custodito nel castello Conti Dotremond) si vede un oggetto simile a un proiettile che vola in cielo lasciando una scia luminosa, simile ad un razzo." ma probabilmente si tratta di un errore perché la descrizione corrisponde a quella del razzo pirotecnico (vedi capitolo precedente in questa pagina).

Perfino nel sito di Shirley McLaine troviamo una sezione sugli UFO nell'arte e una citazione di questo dipinto, che sarebbe su tavola (wooden plank) e si troverebbe "at the Earls D'Oltremond in Belgium". Ma anche in questo caso non si è trovato alcun castello D'Oltremond in Belgio.

Una ricerca in internet ha invece permesso di trovare informazioni su una nobile famiglia belga chiamata D'Oultremont, che possedeva castelli e tenute come questi:

In attesa che chi fa queste affermazioni sulla natura ufologica di quella scena fornisca anche informazioni attendibili sul dipinto e sul luogo in cui si trova, proviamo a fare un confronto con un'altra opera che ha per protagonista lo stesso Mosè:

In questa scena Mosè spezza le tavole della legge quando si accorge che il suo popolo sta adorando il vitello d'oro (il dio egizio Api). Dal cielo, a simboleggiare la presenza divina si irraggiano stelle e fiammelle verso la terra, come nel particolare del dipinto definito "ufologico".




"George Washington as a Freemason"
Litografia, 1860.


Image courtesy Library of Congress Prints and Photographs Division

In uno dei soliti siti dedicati ad Arte & UFO, intitolato "UFO ART HISTORY", nel quale troviamo gli immancabili dipinti di Crivelli e De Gelder oltre al tondo di Palazzo Vecchio, viene pubblicata anche questa litografia del 1860 che raffigura George Washington in abiti massonici, assieme a scene bibliche e ritratti di Andrew Jackson e del marchese de Lafayette. L'autore del sito dice di essere rimasto sbalordito nel trovare un "curious disc shaped object in the left inner-arch that seems to be shown with a Jacob’s Ladder." ovvero un curioso oggetto discoidale a sinistra sotto l'arcata, che sembra essere raffigurato assieme ad una "Scala di Giacobbe".

Per l'appunto si tratta della "Scala di Giacobbe" che porta al cielo, e il cielo di solito in questa scena biblica si apre mostrando la luce divina.

Nella Genesi (28,12) è raccontato l'episodio di Giacobbe che sogna una scala che conduce alle Porte del Cielo e lungo la quale salgono e scendono gli angeli. Nel sogno Dio gli parlava, promettendogli la terra sulla quale era coricato ed un'immensa discendenza. La scala di Giacobbe è una immagine biblica raffigurata spesso in contesti cristiani, ma per la filosofia ermetica diventa il simbolo della trasformazione dell'umanità e del suo percorso verso la consapevolezza e l'unione con la divinità.

Gli scalini rappresentano i diversi "gradi" dell'apprendimento iniziatico, e in particolare nella Massoneria sono definiti da concetti tratti dalla religione cristiana come Fede, Speranza, Carità, Giustizia, Prudenza, Temperanza e Fortezza. In questa incisione tratta da un certificato di affiliazione massonica datato 1861 si vedono anche i tre grandi pilastri simbolici che rappresentano Sapienza, Forza e Bellezza.


Image courtesy Library of Congress Prints and Photographs Division




L'UFO di Genova e Nizza del 1608


In molti articoli che trattano di UFO nel passato non è raro imbattersi nella citazione del caso di Genova del 1608, spesso accompagnato da questa immagine definita a volte "stampa dell'epoca"

In una pagina del CUN di Genova troviamo questi brevi cenni:

"1608, agosto – Genova - Nizza – Nel mare genovese vengono visti affiorare fino all'ombelico esseri con figura umana e braccia coperte di squame con 2 serpenti volanti in mano. Molti colpi di cannone non sortiscono alcun effetto. Avvistati nello stesso periodo a Nizza "strani oggetti nel cielo che gettano sangue sulla terra". 1608, 15 agosto – Genova – Nel porto appaiono 3 carrozze ognuna trainata da 6 figure di fuoco simili a draghi con serpenti che lanciano urla spaventose. Le chiese si riempiono di supplicanti, vengono indetti digiuni e processioni."

Non essendo direttamente in relazione con un'opera d'arte antica (quell'illustrazione non è dell'epoca ma degli anni '70), e a causa della quantità di materiale, ho preferito realizzare un sito web a parte su questo argomento: http://www.sprezzatura.it/UFO_Genova